Secondo Cecconi quando sussistono "ipotesi di diffamazione" all'interno dei siti ospitati, un hosting provider è tenuto ad agire secondo una precisa deontologia professionale. "Il primo passo da compiere - ha sottolineato - è verificare che effettivamente il sito riporti un contenuto ritenuto diffamatorio per una terza parte e soltanto quando abbiamo questa certezza siamo pronti a compiere il passo successivo, ossia il confronto con il nostro cliente al quale viene richiesta la cancellazione del testo ritenuto diffamatorio. I nostri contratti prevedono espressamente che in caso di contenzioso sia possibile interrompere l'erogazione del servizio, a tutela del cliente e del presunto diffamato".
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