domenica 30 dicembre 2007

Polizia@Postale.it ? Non fidatevi!!

Eh sì , ormai bisogna avere gli occhi aperti su tutti i fronti .
Tenete presente quella email che vi dice che vi sono stati problemi di accesso sul vostro conto su poste.it :
"Nell'ambito delle misure di sicurezza da noi adottate, controlliamo costantemente le attività del sistema. Durante una recente verifica, abbiamo rilevato un problema riguardante il tuo conto.
Abbiamo deciso di limitare l'accesso al tuo conto fino a quando non verrà completata l'implementazione di misure di sicurezza aggiuntive."
E se questa email vi arriva con l'indirizzo polizia@postale.it ?
Penserete : Ma allora è vero , hanno individuato un accesso fraudolento sul mio conto , devo precipitarmi , devo cambiare le password di accesso e ....
cliccate su link www.poste.it sapientemente cammuffato e che invece vi dirotta su un sito fasullo che ridisegna perfettamente quello originale e voi pensate di stare su poste.it ed inserite tutti i dati che il sito fasullo vi chiede.
Normalmente segnalavate la truffa alla polizia postale e adesso ?
Tenendo presente che polizia@postale.it è una email fraudolenta , per contattare la Polizia Postale recatevi sul loro sito: poliziadistato.it
Inoltre si tenga presente che :
1) Poste.it mette a disposizione esclusivamente l'indirizzo info@poste.it ( e non poste@info.it) ed un numero verde 803.160
2) Andando sulle proprietà del messaggio , si può scoprire cosa si nasconde dietro la falsa email.
3) Quando si è online , basta guardare l'indirizzo html e se è quello originale inizia così: https://www.poste.it/online/personale/login-home.fcc?
ed in basso a destra vi compare un lucchetto.


Tentativi di phishing da parte del sig.Waskar Caldera , Venezuelano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Italymedia.it denuncia il mancato rispetto dei tempi di apertura al pubblico

Orari selvaggi all’ufficio postale
Presso la sede di Acilia, al direttore del noto portale d’informazione Antonello De Pierro, nonché voce storica di Radio Roma, viene negato il pagamento di un bollettino, nonostante ne avesse diritto. Necessario l’intervento dei Carabinieri


Roma. Erano state in numero alquanto significativo le segnalazioni di utenti delle Poste Italiane giunte alle redazioni di Italymedia.it e di Radio Roma, che lamentavano un disservizio piuttosto eclatante presso alcuni uffici della capitale, nel rispetto dell’orario di apertura al pubblico. Iniziavamo ad effettuare dei sopralluoghi a campione in giro per la città, e nella maggior parte delle strutture riscontravamo una situazione impeccabile per la cortesia e la disponibilità usate nei confronti dell’utenza, nonostante la grande mole di lavoro gravante sugli impiegati, e in linea di massima l’assenza di particolari problemi per quanto concerne il rispetto degli obblighi temporali del servizio. Ma tra le segnalazioni campeggiava in maniera insistente l’indicazione di un ufficio in particolare, di quelli cosiddetti centrali, che prevedono, con tanto di cartello affisso all’ingresso, l’apertura al pubblico fino alle ore 19,00, cosa che, come succede in tutti gli esercizi pubblici e privati, concede possibilità di accesso fino a tale ora. Da quanto veniva segnalato, sembrava invece che tale orario fosse presente solo in forma virtuale, ma in realtà anticipato, senza una scadenza temporale certa, a seconda dell’affluenza del pubblico. A quanto pare l’ingresso degli utenti veniva di solito inibito già molti minuti prima del canonico limite fissato alle ore 19,00, in quanto sembra che i poveri impiegati avessero invece a tale ora impellente e inappellabile necessità di chiudere i battenti degli sportelli, senza alcuna possibilità di deroga. Inevitabilmente nella nostra mente si accendeva la spia dell’analisi riflessiva, e il nostro pensiero correva immantinente, come del resto conseguenza logica della nostra linea editoriale, alle cellule più deboli della collettività e al loro disagio derivante dalla sconcertante presunta situazione. Come giannizzeri della giustizia, volti a dare voce a quanti spesso vengono soffocati nella loro naturale espressione dei diritti, immaginando per l’occasione la figura emblematica di un’anziana signora, sola e malata, nonché affaticata sotto il peso inesorabile degli anni, sottoporsi ad un già ingente carico di stress per raggiungere l’ufficio in questione e trovarsi di fronte all’opposizione di un illegittimo diniego alla naturale offerta del servizio, ritenevamo opportuno recarci in loco per accertare e documentare la veridicità delle segnalazioni. L’ufficio in questione era quello centrale di Acilia.
Ad andare sul posto è il direttore di Italymedia.it Antonello De Pierro, nonché voce storica di Radio Roma e presidente del movimento nazionale “L’Italia dei diritti”. Il noto giornalista giunge nei locali della struttura esattamente alle ore 18,42, e quindi 18 minuti prima dell’orario canonico di chiusura al pubblico, con l’intenzione di effettuare un pagamento tramite bollettino postale. All’ingresso viene fermato da un impiegato, che con grande naturalezza lo avvisa del fatto che l’ufficio è già chiuso, cosa piuttosto singolare e assurda vista l’ora. Ignorando l’azzardato avvertimento si reca comunque presso la macchina erogatrice dei numeri progressivi che regolano l’affluenza agli sportelli, e qui lo attende un’indicibile sorpresa: dalla fessura esce un biglietto con la scritta “IL SERVIZIO NON E’ ATTIVO”. Ma la cosa fondamentale è che trovano riscontro tutte le lamentele accolte, e queste si posano saldamente su una granitica piattaforma di verità, tanto da poterle diffondere con la voce pacata ma intensa e rabbiosa di chi è stanco di dover perpetuamente lottare sul terreno sociale per ottenere il rispetto dei propri diritti, che dovrebbero invece automaticamente essere ottenuti con la naturalezza dell’inevitabile, tanto che spesso quando ciò avviene ci compiacciamo e meravigliamo, scambiando inconsciamente per un’eccezione quella che dovrebbe essere la regola. L’irremovibile reporter, noto soprattutto per le sue battaglie in tema di diritti sociali, non si scompone e decide ugualmente di attendere il suo turno. Alle 19 e 2 minuti circa raggiunge lo sportello per effettuare l’operazione, come è suo imprescindibile diritto, ma si imbatte nel rifiuto dell’impiegata che gli contesta il fatto di non essere in possesso del numero progressivo: “Educatamente le feci notare che avevo varcato l’ingresso in orario abbondantemente regolare, ma non volle sentire ragioni sostenendo con decisione che doveva chiudere lo sportello alle 19,00 in punto; le spiegai che avrebbe potuto incorrere nel reato penale di interruzione di servizio pubblico, ma quando mi rispose che lei non svolgeva un servizio pubblico, bensì privato, rimasi esterrefatto e ritenni evidente di non poter proseguire oltre. Mi venne in mente in associazione il parallelo calzante di un autista di un autobus adibito a pubblico servizio, che termina il suo turno di lavoro alle ore 19,00, ma trovandosi ancora a qualche chilometro dal capolinea, decide di abbandonare la vettura e andarsene a casa. Una cosa assurda”. De Pierro pensa quindi di rivolgersi ad un responsabile e chiede del direttore dell’ufficio. Dopo qualche ricerca in giro per i locali che frattanto si sono svuotati del pubblico, si imbatte in una donna che risulterà poi essere la vicedirettrice, che invece di accogliere o almeno ascoltare le sue ragioni lo minaccia che se non sparisce chiamerà i Carabinieri. E’ allora che l’incredulo giornalista le risparmia la fatica e compone sul suo cellulare il numero 112. I militari della vicina Stazione di Acilia giungono in poco tempo e cercano di convincerlo a desistere, ma egli non molla: vuole pagare il bollettino, anche se sa che ormai è impossibile. I terminali sono stati tutti spenti. Il suo diritto è stato violato, l’interruzione del servizio pubblico si è consumata, lasciando dietro di sé i suoi danni. Agli encomiabili carabinieri non resta ormai che constatare quanto è successo, l’impiegato alla porta conferma che il direttore di Italymedia.it è entrato prima delle ore 19,00, mancano solo gli atti da redigere per l’Autorità Giudiziaria. Frattanto i fotografi immortalano e illuminano con i flash a raffica il volto stanco ed emaciato di De Pierro, sono quasi le 21,30, la sua lotta di oggi servirà a salvaguardare i diritti di altri domani, mentre emerge anche un altro fatto inquietante: se il servizio degli impiegati termina oltre le 19,30, questi non hanno diritto ad essere retribuiti per il periodo di lavoro straordinario. Lo scontento dei dipendenti nei confronti dell’azienda si abbatte contro l’utenza esasperata. Lavoratori contro cittadini, la guerra dei poveri. I generali restano in torretta a guardare. De Pierro ne parlerà sulle frequenze di Radio Roma, ma nessuno dei vertici dell’azienda è disponibile ad intervenire, nemmeno telefonicamente, ed anche per Italymedia.it si attende una nota, che non arriverà mai. Ciliegina sulla torta, giunge il direttore dell’ufficio di Acilia in tenuta molto casalinga, urla contro tutti, è alterato all’ennesima potenza , non capiamo perché, se non fa rispettare gli orari ai suoi subalterni. Le sue grida fendono l’aria dove la tensione si taglia a fette, i carabinieri, ancora impeccabili, lo calmano. Ormai si può chiudere l’ufficio. Tutti a casa. Scatta la denuncia. Si chiude anche un’altra pagina nera nel libro dei diritti negati, ai cittadini e ai lavoratori, e purtroppo non sarà l’ultima nelle storture croniche della triste realtà italica dei poteri forti, dove il cittadino comune purtroppo soccombe quotidianamente sotto i macigni dell’arroganza.

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