E' reato, e non soltanto sanzione amministrativa, usare in azienda o negli studi professionali programmi software illecitamente riprodotti. Ne risponde il titolare dell'attivita'.
E' quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 25104, ha confermato la responsalita' penale del titolare di uno studio professionale nel quale erano stati trovati una serie di programmi senza licenza.
Per questo, a giugno 2007, il Gup del Tribunale di Lecco, a seguito di patteggiamento aveva applicato al professionista la pena di 9.400 euro (di cui 5.400 in sostituzione di mesi 4 di reclusione).
Inutilmente lui ha fatto ricorso alla Suprema corte sostenendo che non poteva essergli imputata una responsabilita' oggettiva per la sola presenza di alcuni programmi senza licenza all'interno dello studio.
La terza sezione penale ha respinto il ricorso dell'uomo precisando che "la detenzione e l'utilizzo di numerosi programmi software, illecitamente riprodotti, nello studio professionale rende manifesta la sussistenza del reato contestato, sotto il profilo oggettivo e soggettivo".
La prima difesa è la conoscenza . Attraverso la denuncia ed i suggerimenti si tenta di evitare di cadere nelle trappole del web, e non solo...
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