L’università di Genova è sotto attacco informatico.
La rete alla quale sono collegati i settemila computer dell’ateneo genovese è stata vampirizzata. Alcuni calcolatori sono stati presi sotto il controllo di pc situati nelle zone più disparte del globo, allo scopo di commettere dei crimini.
In particolare sono stati isolati tre casi: la diffusione attraverso il web di materiale pedopornografico (immagini e filmati), l’invio di email a raffica a una serie infinita di indirizzi di persone ignare (spamming) e la creazione truffaldina di false aste modello Ebay. Si tratta di tre casi ben precisi sui quali la polizia postale ha indagato. Un episodio in particolare ha individuato un gruppo di pirati informatici cinesi all’origine della macchinazione. Il sistema adottato era ed è molto semplice, all’apparenza, anche se sottende una preparazione tecnica e una dotazione tecnologica assai complesse. Funziona così.
A distanza, con programmi adeguati, è possibile assumere il controllo di un altro computer attraverso la rete. Tutte le operazioni che si faranno da quel momento in poi saranno riferibili alla macchina vampirizzata e non a quella dalla quale i comandi partono. È come commettere un crimine con la mano di un altro. Sicuri di non essere scoperti. Agendo in questo modo, i pirati informatici hanno preso possesso di alcuni dei settemila calcolatori in rete. Una delle reti più grandi di tutta la Regione, che collega laboratori, aule di lezione, uffici di docenti e ricercatori. E sono riusciti a mettere in movimento una serie di operazioni criminali sulle quali l’attenzione delle forze di polizia di tutto il mondo è da mesi altissima.
fonte ilsecoloxix.it
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